Questa ciambella di Imola è una ricetta del San Domenico, ristorante stellato della piccola città romagnola dove sono nata e cresciuta. Quindi possiamo dire che si tratta di una ciambella stellata.
Come sono venuta in possesso di questa ricetta?
Qualche anno fa ho scritto un libro di cucina con una amica giornalista. Il libro, Presto ch’è pronto, scritto da me e una amica giornalista, nacque come progetto di comunità. L’idea era di devolvere i fondi alla Caritas Diocesana locale per aiutare le famiglie in difficoltà. Quando raccontai il progetto a Valentino Marcattilii e Max Mascia, chef del San Domenico di Imola, due stelle Michelin da quasi 50 anni, si resero disponibili. E con alcune loro ricette resero più prezioso un volume altrimenti modesto poi pubblicato dalla casa editrice della mia città, la Bacchilega editore. La ricetta è un omaggio alla mia città, Imola, dove è conosciuta proprio con questo nome.
E si, anche gli chef stellati preparano semplici ciambelle.
Ciambella, un mondo affollato
Sul web esistono più di undici milioni di contenuti dedicati alla ciambella.
Quando ero piccola, avevo una certezza: tutte le ciambelle che uscivano dal forno di casa erano buone.
Da adulta, ho scoperto che, spesso, le ciambelle sono dolci dal sapore noioso.
A volte anche dalla consistenza fastidiosa. Ad esempio, considero moleste le ciambelle gommose, forse a causa di un problema di lievitazione; e quelle che diventano briciole al primo morso. In questo caso, probabilmente, il cuoco ha usato pochi liquidi o pochi grassi, entrambi utili a tenere insieme l’impasto da cotto. Piccola avvertenza: non confondere il morso croccante, con relativa copiosa produzione di briciole, con il disastro che ho appena descritto.
Ma come riconoscere una ciambella noiosa da una strepitosa?
Dalle infinite combinazioni di farina, zucchero, latte e uova nascono ciambelle simili e tutte diverse tra loro.
Se c’è stato qualcuno che, quando eri piccola, preparava questo dolce per te, recupera quella ricetta.
La ciambella migliore è quella che ha cullato, cresciuto, educato il tuo palato.
Nonna Sara preparava tanti diversi tipi di ciambella.
Naturalmente la ciambella romagnola classica, senza buco in mezzo. Alcune erano soffici e con ricotta, oppure yogurt o mascarpone nell’impasto. Altre avevano un impasto così compatto da entrare nel forno senza bisogno stampo. Appartiene a questo genere quella farcita con la nutella, che mangiavo sempre d’estate e che compravamo nel forno dei paesi romagnoli dove andavamo al mare in villeggiatura.
O quella secca da accompagnare con il vino che nonna faceva – in estate come in inverno- quando c’erano ospiti.
La ciambella è un dolce semplice ma, attenzione, l’aggettivo non deve trarre in inganno.
Semplice non significa che mescoli con poca grazia e nessun amore degli ingredienti in una ciotola.
O che prendi una ricetta, magari una buona ricetta, ed elimini zucchero e burro per renderla noiosa e uguale a mille altre ciambelle, tutte senza gusto.
Prepara una buona ciambella, assaggiala e poi, se ti va, torna qui nei commenti per raccontarmi se hai notato la differenza.
La ciambella di Imola
Questa ricetta ha le caratteristiche che devono avere per me le ciambelle buone: esce fragrante dal forno, sostiene il taglio senza problemi e all’assaggio ti riporta nella cucina di quando eri bambino. Tutto questo per pochi euro. Potenza della (buona) cucina. Ti lascio poche note di cucina da tenere a mente:
- togli il burro dal frigorifero diverse ore prima di usarlo: il burro ammorbidito fuori frigorifero è detto a pomata;
- usa zucchero semolato, la crema di burro non viene come dovrebbe con quello di canna;
- mescola il burro con lo zucchero fino a quando diventa una crema e poi incorpora un ingrediente alla volta;
- quando la ciambella è cotta non avere fretta di togliere il dolce dallo stampo. Lascia raffreddare completamente, per questo motivo è meglio cuocerla il giorno prima di consumarla. Dopo la cottura, la ciambella ha bisogno di un po’ di riposo altrimenti, che sia morbida o secca, rischia di rompersi.
- nella ciambella di Imola non ci sono aromi. E visto che è una delle sue caratteristiche, non cambiarla.
Buona cucina, Monica
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Ciambella di Imola
Equipment
- stampo rettangolare 24x11cm
Ingredienti
- 80 g di burro ammorbidito fuori frigorifero
- 150 g di zucchero semolato no zucchero di canna, leggi per quale motivo nei consigli che trovi sopra la ricetta
- 130 g di uova intere 2 uova medie
- 100 g di latte a temperatura ambiente
- 250 g di farina 00 setacciata
- 10 g di lievito per dolci non vanigliato
- 1 pizzico di sale
- zucchero o granella per decorare
Istruzioni
- Ammorbidisci il burro fuori frigorifero per alcune ore prima di usarlo. Il burro così ammorbidito si chiama a pomata.
- Preriscalda il forno a 180 gradi, funzione statica.
- In una ciotola, mescola il burro a pomata con lo zucchero usando prima una forchetta o un cucchiaio e poi le fruste elettriche.
- Unisci le uova e mescola sempre con le fruste.
- Poi aggiungi la farina setacciata, mescola, il latte e, da ultimo lievito e sale.
- Ungi con burro oppure olio d'oliva uno stampo rettangolare, tipo da plumcake, versa il composto, pareggia con una spatola, poi spennella la superficie con poco latte per formare la crosticina.
- Spolvera con abbondante zucchero semolato o granella di zucchero e cuoci nel forno già caldo per 30-40 minuti o fino a quando la ciambella avrà un bel colore dorato. Oppure controlla la cottura con uno stecchino di legno, quando esce asciutto, il dolce è pronto.
- Lascia raffreddare prima di togliere la ciambella dallo stampo.
- La ciambella resta fresca per alcuni giorni; conserva fuori frigorifero.