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Erbazzone o scarpazzone, ricetta della cucina povera dell’Emilia-Romagna

Erbazzone o scarpazzone ricetta

C’è una terra dai confini indefiniti che è il Sud del Nord e il Nord del Sud: qualcuno la chiama Emilia
(Edmondo Berselli, Quel gran pezzo dell’Emilia).

L’erbazzone o scarpazzone è una torta salata ripiena di verdure che si prepara nella provincia di Reggio Emilia.

È antipasto e secondo e nel passato è stato grande protagonista di merende sul Po bagnate a Lambrusco e Fogarina, un vitigno autoctono da cui si ricavava un vino scuro e aspro che oggi sta godendo una meritata rinascita.

Dalla montagna alla pianura, una storia del grande fiume (il Po)

C’è chi chiama questa torta erbazzone chi scarpazzone.

Che differenza c’è? I due termini indicano la stessa preparazione: erbazzone fa riferimento alle erbe del ripieno che un tempo erano bietole, spinaci ma anche radicchi e altre erbe di campo; scarpazzone indica il fusto bianco delle bietole, detta scarpa, che le famiglie contadine non sprecavano e utilizzavano nel ripieno dopo avere eliminato certi filamenti più duri.

Grazie al ripieno, sappiamo che l’erbazzone era tipico del periodo in cui si trovano le bietole o le altre erbe, cioè da maggio a novembre.

È una preparazione casereccia, che nasce tra orti e campagne come piatto principale della colazione o della cena accompagnato da radicchi o altre erbe spontanee e uova sode. La rezdora arricchiva la sfoglia di farina e acqua con un po’ di strutto, che poi è l’ingrediente che rende il guscio friabile come una frolla. Era un piatto unico di sostanza che gli uomini portavano nella bisaccia per affrontare la fatica del lavoro nei campi.

Di questo piatto reggiano, nei territori che vanno dalla montagna fino al Po, da Castelnuovo a Boretto, esistono molte varianti come, ad esempio, la versione montanara con il riso. Ricetta che risale a un tempo lontano, quando il riso lo portavano a casa le donne che da marzo a ottobre lavoravano come mondine per liberare le risaie dalle erbe infestanti. Alla paga modesta, i proprietari dei fondi, aggiungevano un sacchetto di riso che le rezdore facevano cuocere nel latte fino al suo completo assorbimento e che poi mescolavano con quello che c’era: bietole o altre erbe certamente, ma anche lardo soffritto, parmigiano, ricotta e perfino uova.

 

Erbazzone

 

Erbazzone

Le origini dell’erbazzone

Di una torta di erbe e formaggio, racchiusa in due strati di pasta di pane non lievitata si parla anche nel poema campestre Moretum scritto da Virgilio. E se è noto che gli antichi romani apprezzavano le torte di erbe, l’erbazzone come lo conosciamo oggi ha origini antiche ma più recenti.

La ricetta ha quasi sicuramente origini ottocentesche e nasce nella cucina di casa di una rezdora, così a Reggio nell’Emilia e in tutta l’Emilia si chiamavano le donna di casa. La rezdora vigilava su persone e cose, governava la dispensa, disponeva il da fare quotidiano e sapeva sfruttare al meglio tutto quello che la campagna metteva a sua disposizione.

Di ricetta in ricetta, di famiglia in famiglia l’erbazzone è, insieme al cappelletto, il simbolo della cucina di Reggio Emilia e uno dei piatti della tradizionale cucina povera dell’Emilia-Romagna.

Il mio primo assaggio di erbazzone

Questa storia ti farà sorridere.
Il mio primo erbazzone l’ho mangiato in un convento a Bertinoro, ridente paese situato sulle colline romagnole sopra Forlì e famoso per la piadina e il Sangiovese.

A quel tempo il convento era una foresteria dove alloggiavo e frequentavo i corsi di un Master insieme ad altri studenti. C’era tra loro Alessandra che la domenica sera tornava da Reggio Emilia con l’erbazzone ancora tiepido che aveva preparato sua nonna. Per molti mesi è stato un appuntamento fisso, sedute sul letto della sua camera condividevamo chiacchiere e bocconi di erbazzone. Il più buono che abbia mai mangiato.
Questa che ti lascio è una ricetta speciale.

Emilia e Romagna
  • La ricetta emiliana dell’erbazzone è molto simile a quella dei crescioni romagnoli alle erbe.
    In comune hanno il ripieno di erbe e formaggio e anche l’impasto visto che la piadina si prepara con gli stessi ingredienti dell’impasto dell’erbazzone: farina, acqua e strutto (l’olio è una introduzione recente).
  • Sul blog trovi anche la ricetta e la storia della piadina romagnola versione Bertinoro, quella lievitata.
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Erbazzone ricetta

Erbazzone ricetta

Erbazzone o Scarpazzone

L'erbazzone è una torta salata ripiena di erbe. Ricetta tipica di Reggio Emilia e della cucina povera emiliano-romagnola
Portata Antipasto, Secondo
Cucina Emilia-Romagna
Keyword Erbazzone, Scarpazzone
Preparazione 1 ora 30 minuti
Cottura 40 minuti
Porzioni 6 persone

Equipment

  • teglia rettangolare 33x25cm

Ingredienti

Ripieno

  • 1,5 kg di bietole o spinaci
  • olio d'oliva, q.b. per ungere la padella
  • 1 spicchio di aglio facoltativo
  • 100 g di cipollotto oppure porro o cipolla
  • 5 g di prezzemolo
  • 150 g di pancetta o di lardo
  • 100 g di Parmigiano grattugiato
  • sale e olio d'oliva q.b.

Impasto

  • 300 g di farina 00
  • 3 g di sale
  • 30 g di strutto oppure 50 g di burro o olio d'oliva
  • 200 ml di acqua tiepida

Istruzioni

Ripieno

  • Sciacqua e lessa in acqua bollente non salata le bietole per circa 10 minuti. Se usi un prodotto surgelato, cuoci direttamente in acqua senza scongelare.
  • Scola, passa sotto acqua fredda e strizza con le mani per asciugarle. Poi taglia grossolanamente e tieni da parte.
  • Trita la pancetta o il lardo a coltello e, a parte, il prezzemolo e il cipollotto. Metti da parte 50 g di pancetta.
  • Soffriggi dolcemente per alcuni minuti il trito di prezzemolo e cipollotto in una padella con poco olio d’oliva prima di aggiungere 100 g di pancetta (se usi l’aglio, rosola uno spicchio nella padella con poco olio d’oliva e toglilo dal tegame prima di aggiungere prezzemolo e cipollotto).
  • Aggiungi anche le erbe, lascia insaporire per qualche minuto mescolando, togli dal fuoco, lascia intiepidire, poi incorpora il parmigiano, regola di sale e mescola bene.

Impasto

  • Sistema la farina su un tagliere, ricava una fontana al centro, sui bordi distribuisci il sale e al centro sistema lo strutto. Versa un po’ di acqua tiepida e inizia a impastare aggiungendo il resto dell’acqua poco alla volta fino a ottenere un impasto elastico e liscio.
  • Lascia riposare per 30 minuti l’impasto coperto da una ciotola a temperatura ambiente.
  • Stendi l’impasto con un matterello piccolo. Quando inizia ad allargarsi fai scorrere il matterello dal centro verso l’esterno. Gira l’impasto di 45 gradi ogni due-tre colpi di matterello. Quando è abbastanza largo e sottile, tiralo delicatamente con le mani per allargarlo ulteriormente e renderlo sottile (circa 3 mm). Questo impasto è abbastanza elastico, non avere paura di romperlo e, se succede, chiudi il buco facendo combaciare i lembi di pasta.

Erbazzone

  • Preriscalda il forno a 180 gradi, funzione statica.
  • Sistema la base in una teglia foderata di carta forno in modo che i bordi fuoriescano dallo stampo. Stendi il ripieno in modo uniforme a una altezza di 1 o 2 cm.
  • Copri il ripieno con l’eccesso di impasto creando delle pieghe, eventualmente tirando un po’ l’impasto con le mani per chiudere bene le erbe all'interno della sfoglia. Bucherella la superficie con i rebbi di una forchetta. Spennella con poco olio d’oliva e distribuisci sulla superficie il lardo/pancetta tritati o qualche fiocco di strutto.
  • Cuoci in forno già caldo per 40 minuti circa o fino a quando l'impasto sarà di un bel colore dorato. A metà cottura, tira fuori l’erbazzone dal forno e con un pennello distribuisci il grasso della pancetta o dello strutto sulla superficie.

Consiglio

  • Se dopo avere aggiunto il Parmigiano, il ripieno ti sembra troppo acquoso, aggiungi qualche cucchiaio di pangrattato.

2 Commenti

  • Paola
    Posted 4 Maggio 2024 at 5:37 PM

    “L’olio è arrivato dopo” perchè in Emilia Romagna l’olio non c’è, ma ci sono i maiali. Però la fragranza dello strutto è tutta un’altra cosa. Lo faccio oggi o domani :). Grazie Monica, della ricetta e delle storie, niente nasce per caso, ogni boccone che gustiamo arriva da una lunga tradizione, da trasformazioni, da profonda capacità di fare, e di fare con poco

    • Post Author
      Monica
      Posted 5 Maggio 2024 at 7:16 PM

      Ciao Paola! Sono completamente d’accordo con te, ricordare gli ingredienti originali (prima di scegliere ognuno la propria strada) è d’aiuto anche per inquadrare la ricetta. Questa, ad esempio, è una tradizione della cucina povera emiliana e quindi, per ovvie ragioni, non nasce con l’olio ma con il grasso animale. Riguardo al liquido verde, beh, dipende da quale parte guardi la regione. La Romagna fino a Bologna è stata ed è terra d’origine di un grande olio d’oliva. Da qualche anno a Bologna stanno impiantando di nuovo gli ulivi, complice anche il cambiamento climatico che riporta indietro le lancette meteo del clima lungo la via Emilia (qui una volta faceva abbastanza caldo da rendere Bologna famosa per le sue olive). Lo stesso, anche se l’olio (e non solo di oliva) c’era, era un bene molto costoso e per questo la sua diffusione è tardo novecentesca. Infine, mi piace ricordare che oltre ai maiali, erano molto diffusi gli allevamenti di bovini. L’E-R non differisce dalle abitudini alimentari delle altre regioni del nord, qui burro, al sud olio. Comunque la si guardi, la storia gastronomica è una vicenda complessa, ricca e affascinante. ti abbraccio e spero che questo erbazzone ti piacerà! Buona cucina, Monica

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