La ricetta dei maccheroni col pangrattato è per veri mangiamaccheroni.
Chi sono i mangiamaccheroni?
Nel 1500 erano i siciliani, nel 1600 i napoletani.
Anche Artusi fu chiamato mangiamaccheroni.
Poi, dalla fine dell’Ottocento, il termine iniziò a indicare gli italiani immigrati all’estero.
E oggi? Oggi siamo tutti mangiamaccheroni. In Italia e all’estero.
La pasta è, insieme a riso e pizza, tra gli alimenti più consumati al mondo.
Gli Italiani e la pasta
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, gli italiani emigrati all’estero furono chiamati mangiamaccheroni. Il termine, che puntava il dito su un elemento dell’identità gastronomica italiana, aveva valenza dispregiativa.
Nel grande melting pot creato dallo spostamento da milioni di persone che partirono dall’Europa verso il continente americano, ogni gruppo identificava gli altri, soprattutto se erano in competizione per la sopravvivenza, con un soprannome che, di solito, corrispondeva all’ingrediente principale della dieta.
C’erano i mangia patate, i mangia crauti e i mangiamaccheroni.
Ancora oggi, in ogni angolo del mondo, troverai un italiano che cucina un piatto di pasta raccontando una ricetta che mescola ingredienti ed emozioni.
Soprattutto per gli italiani che vivono all’estero, o lontano da casa, il cibo non è mai solo nutrimento ma un modo per ricordare la famiglia e chi cucinava quel piatto.
Nei secoli, abbiamo dimostrato di poter vivere ovunque senza perdere la nostra identità ma assorbendo e integrando altre culture. Fino alla formazione di una nuova identità e di nuovi modelli di italianità. Anche a tavola.
Uno degli esempi più famosi è la ricetta degli spaghetti alla bolognese con il ragù di carne. Un piatto che a Bologna non esiste e che nell’uso degli spaghetti, pasta di grano duro e liscia che non raccoglie il ragù. Ma se vivi all’estero, per cucinare italiano è spesso necessario adattarsi agli ingredienti che trovi.
QUI trovi la storia degli spaghetti alla bolognese nati in America e la storia, oltre alla ricetta dei veri spaghetti alla Bolognese.
Siciliani mangiamaccheroni
Prima degli emigranti italiani, ambasciatori dell’italianità all’estero, e dei napoletani, i mangia maccheroni furono i siciliani.
La Sicilia era stata influenzata e dominata da Greci, Romani e Arabi. Ma fu con l’espansione del mondo arabo nel Mediterraneo occidentale, che iniziò la diffusione della pasta e, soprattutto, un modo diverso di usarla. A Trabia, nel XII secolo è documentata la presenza della prima industria siciliana della pasta.
Mica per niente. Sull’isola c’era un clima favorevole alla coltivazione del grano. A differenza della pasta fresca, quella secca era facilmente conservabile e trasportabile.
Infine, il mare aiutò le esportazioni.
Questi sono gli elementi che crearono le condizioni per la nascita dell’industria pastaria italiana e il successo di un prodotto.
I maccheroni furono uno dei primi formati di pasta secca.
Napoletani, prima mangiafoglia poi mangiamaccheroni
Fino all’inizio del 1600, a Napoli, la pasta era un bene di lusso ancora poco diffuso tra il popolo.
I napoletani erano detti mangiafoglie per l’abitudine di consumare carne macinata avvolta nelle foglie di cavolo. Un piatto dal prezzo accessibile.
Attorno al 1630 il regno di Napoli fu colpito da una grave carestia che costrinse a un cambiamento radicale della dieta. La carne era troppo costosa per il popolo.
Nel frattempo, nella città partenopea si diffusero due macchinari fondamentali per l’espansione dell’industria della pasta. La granola (impastatrice meccanica) e il torchio (che dà forma alla pasta).
Grazie alle macchine, fu possibile una produzione massiccia di pasta da mettere sul mercato a buon prezzo per contrastare la carestia. Pasta e formaggio presero il posto di carne e cavolo. I napoletani erano i nuovi mangia maccheroni.
Fino a quando, con l’inizio delle ondate migratorie in Europa verso oltreoceano, per estensione, il termine mangiamaccheroni iniziò a indicare gli italiani.
Pellegrino Artusi, mangia maccheroni
Nel 1850, il gastronomo pranzava nella trattoria Tre Re di Bologna in compagnia di alcuni studenti universitari.
Nel gruppo c’era Felice Orsini, un intellettuale e rivoluzionario romagnolo che, nel 1858, attenterà alla vita dell’Imperatore francese Napoleone III.
Orsini parlava solo di rivoluzione e attentati. Artusi, più accorto, sapeva che le osterie erano piene di spie. Per non prendere parte alla conversazione, si concentrò sul suo piatto di maccheroni.
Orsini rimase offeso dal comportamento del gastronomo e, in seguito, quando parlava con amici comuni, riferendosi ad Artusi, chiedeva sempre “Come sta mangia maccheroni?”
Progetto Artusi ad alta voce. Una lettura domestica e popolare
Nel 2020 ho partecipato al progetto di video-lettura delle ricette artusiane leggendo la N.235, Maccheroni col pangrattato (QUI trovi il video).
Progetto di Casa Artusi e Comune di Forlimpopoli.
Maccheroni col pangratatto
La ricetta n. 235 di Artusi richiede poco tempo e pochi ingredienti.
Dovrai cuocere i maccheroni al dente, preparare una besciamella leggera e condire i maccheroni con la salsa, del parmigiano e del pangrattato prima di cuocere nel forno.
In qualunque momento ti capiterà di avere ospiti, ricordati questa ricetta che si prepara con pochi ingredienti da credenza ma è gustosa oltre le aspettative.
Con la pasta al forno, non puoi sbagliare.
Ricetta vegetariana. E molto economica. Di certo confortevole.
Buona cucina, Monica
Keep in Touch
Per restare sempre aggiornato e non perdere nuove ricette e articoli, iscriviti alla newsletter di Tortellini&CO. Niente spam, solo cose carine.
Se ti va, puoi seguirmi su Instagram, Pinterest e Facebook.
Maccheroni col pangrattato
per 4 persone
Lista degli ingredienti
320 g di maccheroni
100 ml di latte
100 g di burro
50 g di Parmigiano grattugiato
40 g di pangrattato + 3 cucchiai per spolverare la pasta
sale, burro o olio d’oliva q.b.
per la besciamella
300 ml di latte
45 g di farina
60 g di burro
sale, noce moscata, q.b.
Procedimento
Cuoci in acqua salata i maccheroni e scola quando sono ancora al dente.
Mescola con poco olio d’oliva, per evitare che si attacchino, e metti da parte.
Prepara una besciamella lenta con 200 ml di latte.
Sciogli il burro e togli il tegame dal fornello.Senza perdere tempo, aggiungi un pizzico di sale e di noce moscata e la farina.Mescola con vigore per sciogliere eventuali grumi.Aggiungi ora il latte, poco alla volta, sempre mescolando.
Porta il tegame su fuoco moderato e mescola fino a quando il cucchiaio incontra resistenza.
In una ciotola versa i maccheroni e condisci con la besciamella.
Poi aggiungi latte, burro, parmigiano, pangrattato, un pizzico di sale.
Rovescia in una teglia precedentemente unta con olio o burro.
Mescola un cucchiaio di parmigiano con due di pangrattato e cospargi la superficie in modo uniforme. Se vuoi aggiungi qualche fiocco di burro o un filo d’olio d’oliva.
Fai gratinare nel forno caldo a 190 gradi per 10-15 minuti.
Il tempo dipende da quanto vuoi che la superficie sia croccante.