Amo la Toscana. I colori, le città e i borghi, il mare, le colline, i paesaggi e il cibo.
Mi piace la tenacia che certi toscani mettono nel preservare dall’usura del tempo ricette e tradizioni. La gentilezza un po’ ruvida che ha il sapore delle cose buone e autentiche. E l’amore e la riconoscenza che dimostrano verso la terra scegliendo di non corromperla, anzi, di preservarla.
Sono stata invitata a partecipare ad un blog tour in Toscana.
Ho avuto l’opportunità di scoprire un territorio che non conoscevo.
Hai voglia di ripercorrere insieme il mio weekend alla scoperta di Prato e dei suoi borghi? Non ho pretese di completezza. Il mio non è un blog di viaggi.
Condivido impressioni e parole legate al cibo. Racconto le emozioni connesse alla scoperta di un territorio.
Il mio è un viaggio all’insegna del “turismo lento”, cerco i particolari, vado alla ricerca di ingredienti e piatti locali; incontro le persone che producono, coltivano e portano avanti arti, mestieri e tipicità dei territori d’origine.
Quello che voglio raccontarti è soprattutto quello che ho provato e che questi luoghi e persone mi hanno trasmesso.
Press e blog tour: 3 giorni alla scoperta di Prato e dei suoi borghi
Poco prima che il 2018 finisse, sono stata invitata da Vetrina Toscana e Confcommercio Prato-Pistoia ad esplorare il territorio pratese attraverso un blog tour. Anche se la distanza Bologna-Prato è minima e nonostante il nostro essere “gomito a gomito” divisi solo dall’Appennino, ho scoperto un territorio della Toscana che non conoscevo.
Vetrina Toscana è il progetto di Regione Toscana e Unioncamere Toscana
che riunisce produttori, ristoratori botteghe alimentari, agriturismo che valorizzano i prodotti tipici regionali e che si occupa di promuovere il territorio della regione Toscana
Mi ha sorpresa la bellezza del centro città, delle colline che circondano Prato, dei borghi incastonati come gemme in un paesaggio autentico. Ignoravo l’anima verde e la vocazione agricola che, ancora oggi, caratterizzano questo territorio. La bellezza dei luoghi, delle persone e delle tipicità italiane non mi lasciano mai indifferente.
Prato: sorpresa, bellezza, emozione
L’invito ad esplorare e conoscere questo territorio e le sue tipicità mi ha subito incuriosita. Nel programma, la prima sorpresa: degustazione della mortadella di Prato. Confesso che in modo un po’ Bologna-centrico, ho pensato ad un prodotto simile a quello della mia città. Quanto mi sbagliavo! Ecco la prima fra tante altre numerose sorprese.
Il Bisenzio
Nella valle attraversata dal fiume Bisenzio, e per una certa sua particolare e naturale pendenza, sin dal basso Medio Evo si formò un sistema di mulini da cui ha avuto origine l’industria tessile e l’attività molitoria legata alla macinazione dei cereali. In questo territorio, le trame dei tessuti e il filato delle lane sono preziosi quanto la storia artigianale che si è consolidata nei secoli. Così come le eccellenze enogastronomiche che sono il prodotto di un sistema complesso dove l’agricoltura ha saputo preservare le varietà tipiche, metodi antichi di lavorazione e trasformazione dei prodotti sono stati tramandati di generazione in generazione insieme a ricette e tradizioni.
Prato e dintorni hanno beneficiato di un altro fattore, storico e geografico insieme. Grazie alla vicinanza con Firenze, il territorio conserva tracce importanti del mecenatismo e della grandezza dei Medici.
La visita di Prato e dei suoi borghi è una continua sorpresa legata alla bellezza dei luoghi, alla ricchezza della storia e dei sapori dei prodotti tipici. Anche alla gentilezza dei pratesi.
Ho pensato di dedicare un blogpost a ognuno di questi aspetti: luoghi, persone e prodotti tipici.
Prato, un territorio da scoprire: i luoghi.
Ville medicee, borghi, arte, natura
Prato, centro storico
Piccolo, curato e ricco di storia. Vale la pena fare una passeggiata tra le sue strade e piazze. Tra un museo e una pausa, magari nel caffè pasticceria Nuovo Mondo del maestro Sacchetti per assaggiare le pesche dolci di Prato, non mancare di visitare il Duomo di Santo Stefano. Contiene un importante ciclo di affreschi di Filippo Lippi e la suggestiva Cappella della Sacra Cintola. All’interno e all’esterno non potrai non restare colpito dalla sua architettura caratterizzata da accentuati effetti policromi, ottenuti con la giustapposizione dei materiali utilizzati. Il campanile del 1200 è l’edificio più alto di Prato.
Di certo uno dei più suggestivi.
Artimino
Il borgo di Artimino, di epoca etrusca, mantiene quasi intatto il suo impianto medievale formato da mura perimetrali e dall’antico orologio torre del paese. E’ una frazione del comune di Carmignano e si trova in cima ad una collina verde dove lo sguardo spazia tra vigne e ulivi. Qui si trova anche la pieve romanica di San Leonardo (l’attuale torre campanaria, in origine era una torre difensiva e di vedetta).
Tenuta Artimino e Villa “La Ferdinanda”
La tenuta di Artimino è immersa nella campagna e domina la valle dell’Ombrone.
E’ una grande tenuta di oltre 700 ettari con un orto a km zero, vigneto e oliveto.
Si producono olio e vino con metodi rispettosi dell’ambiente. Soprattutto il famoso Carmignano DOCG.
Tenuta Artimino, oltre alla villa medicea, comprende un hotel 4 stelle, spa, appartamenti, azienda agricola e il ristorante Biagio Pignatta. Chi era costui? Un romagnolo -come me- che partito dalla natia Ravenna divenne uomo di fiducia di Ferdinando I de Medici, il Granduca che volle la costruzione de “La Ferdinanda“. Biagio gli era talmente indispensabile che prima di iniziare i lavori della villa, il Granduca volle che fosse costruita la casa di messer Biagio (quella che oggi ospita il ristorante), in modo che potesse sovrintendere di persona ai lavori.
Villa “La Ferdinanda”
Costruita in soli quattro anni tra il 1596 e il 1600, si affaccia sulla campagna toscana e veglia sul borgo di Artimino, raggiungibile a piedi percorrendo uno splendido viale di cipressi. Nei giorni tersi, da qui puoi vedere anche la cupola del Duomo di Firenze.
“La Ferdinanda” è stata costruita e pensata per la caccia e lo svago della famiglia Medici.
E’ conosciuta anche come Villa dei 100 camini. In realtà sono molti meno, il nome deriva della spettacolare vista dei comignoli che svettano sul tetto. Pensa, il Granduca dotò di camino molte delle stanze affinché i suoi ospiti stessero comodi e al caldo: un vero inno al buon vivere in un’epoca non ricca di comodità.
Dal 2013 patrimonio Unesco dell’Umanità, dopo un periodo di alterne fortune e di lenta decadenza, dal 1989 è di proprietà della famiglia Olmo che ha restaurato e portato a nuova vita l’intera tenuta.
Nella splendida villa medicea tutto è degno di nota: il giardino, la loggia dei Paradisi, la cappella, il piano nobile, gli appartamenti del Granduca e della moglie Cristina di Lorena, nipote di Caterina de’ Medicl, il grande salone che fu sala dei banchetti. Al piano terra, passando dalla cantina storica, è ancora perfettamente conservata l’antica cucina con il gigantesco camino dotato del girarrosto disegnato da Leonardo Da Vinci.
La villa può essere visitata su appuntamento o nelle giornate di apertura al pubblico.
Esperienze da vivere
Sono numerose le esperienze che puoi vivere in questo luogo storico.
Puoi scegliere tra diverse wine experiences, una degustazione davanti al camino “di Leonardo” nell’antica cucina granducale o una lezione di cucina.
Durante la bella stagione puoi prenotare una visita della proprietà con chicnic all’aperto o partecipare alla caccia al tartufo nel bosco che circonda la tenuta.
Dove dormire: Hotel Paggeria Medicea
L’hotel è situato in un elegante edificio di pianta rettangolare dei primi anni del XVII secolo, anch’esso di proprietà della famiglia dei Medici. Oggi è un elegante e confortevole hotel 4 stelle. Ho alloggiato in una camera Executive dove tessuti e dettagli richiamano il colore intenso del vino di punta, il Carmignano Docg.
Ho apprezzato l’antibagno con vasca alla francese e il grande camino storico (presenti in gran numero anche in questo edificio come puoi vedere dalla foto che ho scattato dalla “Ferdinanda”).
Un mix di modernità, attenzione ai dettagli ed elementi storici rendono questo hotel un luogo di grande charme. Nel silenzio della campagna toscana, ho goduto di un riposo eccezionale e, al risveglio, di una ricca e buona colazione a buffet.
Tutte le stanze dispongono di connessione internet, tv e aria condizionata.
La Paggeria Medicea è dotata di ampio giardino, piscine e campo da tennis.
Villa medicea di Poggio a Caiano
Il comune di Poggio a Caiano, uno dei più piccoli di Toscana e d’Italia, è proteso verso la piana di Prato e, come si intuisce facilmente dal termine Poggio, si è sviluppato tra colline e rilievi, oltre ad una parte pianeggiante sulla sponda del fiume Ombrone.
La villa, conosciuta anche come Ambra, occupa una posizione sopraelevata e fu voluta da Lorenzo de’ Medici. E’ una delle più splendide tra le residenze medicee della Toscana.
Dal 2013 fa parte del patrimonio Unesco dell’Umanità.
I lavori della villa -capolavoro architettonico di Giuliano da Sangallo- iniziarono nel 1445 e, dopo lunga interruzione, terminarono nel 1520.
Come “La Ferdinanda”, è stata concepita come residenza estiva dedicata allo svago della nobile famiglia fiorentina. Non solo gli interni, anche i giardini, che ospitano specie vegetali rare, meritano una passeggiata.
In seguito entrò a fare parte dei possedimenti dei Lorena e poi dei Savoia prima di diventare proprietà dello Stato italiano. Oggi ospita due musei: gli appartamenti storici e, al secondo piano, il Museo della natura morta.
Questa è forse una denominazione non troppo felice per indicare veri capolavori provenienti dalle collezioni medicee che offrono un itinerario insolito per ammirare i frutti del territorio e ciò che i Medici offrivano sulle loro tavole. Un’altra preziosa testimonianza della ricchezza e delle relazioni di cui la famiglia fiorentina beneficiava.
La villa è stata importante nella loro storia. E non solo perché la commissionò il Magnifico in persona per consacrare l’importanza della sua stirpe.
Mi ha sorpresa e colpita la tradizione di far partire da qui il corteo nuziale che accompagnava tutte le spose dei Medici sino al Duomo a Firenze. Una tradizione che dice molto del legame anche privato, e non solo pubblico nei confronti di un bene status symbol, tra questo luogo e una delle famiglie che ha segnato la storia italiana ed europea.
Sorpresa, bellezza, emozione. Sono stata di parola?
Monica