Nei secoli, uomini e donne che hanno scelto di vivere seguendo le regole di un ordine monastico, hanno dato vita a una cucina che rispecchia la semplicità e compostezza delle loro vite.
Le ricette che provengono dalla tradizione monacale celebrano molto di quello che al giorno d’oggi abbiamo perso come stagionalità dei prodotti e processi naturali.
La cucina dei monasteri
Monaci e suore sono stati i primi a disporre di ciò che serviva per imprimere alla cucina del basso Medioevo, semplice in modo ancora primitivo, una accelerazione verso la modernità.
Ossia, tempo, disponibilità economiche, materie prime, conoscenze.
Nei conventi nascono dolci e biscotti così buoni da diventare famosi in Italia e nel mondo.
E sempre in quelle cucine fresche e silenziose, i religiosi creano nuovi abbinamenti di sapori e affinano le tecniche di utilizzo e conservazione di frutta e verdura.
A questa umanità reclusa che fece di orto, allevamento e cucina un momento di lavoro e ricreazione, dobbiamo un patrimonio culinario che spazia dalle zuppe rustiche ai dolci più elaborati. Senza dimenticare l’arte della farmacopea, e quindi la preparazione di filtri, elisir, decotti, infusi, amari medicinali.
Suor Caterina, residente nel convento di clausura di Imola, era amica di nonna Sara.
Ero una giovane donna quando chiese a mia nonna di conoscere la nipote di cui aveva sentito parlare tante volte e andai a farle visita.
La grata che ci divideva mi impressionò profondamente. Un conto è sapere e un altro vedere. Ricordo ancora due occhi buoni ma affamati che mi scrutavano nella penombra che l’avvolgeva. Sembravano pennelli intenti a dipingere un ritratto.
Liquore alle foglie di pesco
La cucina dei monasteri ricorda la cucina familiare, regionale e popolare.
In entrambi i casi c’era un legame con il territorio e le stagioni, oltre che conoscenza del prodotto. La cucina era il naturale prolungamento del giardino e anche la dispensa dei monasteri ricordava quella di casa. Almeno, quella di qualche decennio fa.
A casa come in convento, aprendo la dispensa avremmo trovato la stessa penombra satura di odori. C’era quello delle erbe raccolte in mazzi odorosi e quello forte di salumi, carni e formaggi appesi a essiccare e maturare. Avremmo ammirato la scala cromatica offerta da frutta e vegetali conservati nei vasi e quelli delle bottiglie degli amari che, ben presto, divennero uno dei preparati più richiesti dai visitatori dei conventi e che non mancavano mai nelle dispense domestiche.
Da noi la mensola della dispensa dedicata a amari e liquori fatti in casa è sempre stata ben fornita: nocino, limoncello, cedrina e tanti altri. Ogni bottiglia aveva una etichetta che riportava nome e anno di preparazione. La ricetta del liquore alle foglie di pesco, un misto tra un vino e un digestivo aromatico, permetteva di usare tutto quello che il frutteto ha da offrire. Raccoglie le foglie fresche e non trattate tra la primavera e l’inizio dell’autunno.
Suor Caterina diede a nonna Sara la sua ricetta del liquore con le foglie di pesco, sono certa perché a casa fu celebrato come un evento. Se poi lei usava questa o quella di casa, non so.
Da servire freddo a fine pasto o per aromatizzare creme, sorbetti e l’impasto di dolci da credenza.
Cucina e letture
Dell’importanza e bellezza degli orti sbocciati nei conventi, ho scritto nel post con la ricetta dedicata al fricandò, un contorno romagnolo che nasce letteralmente nell’orto.
Facendo una ricerca ho scoperto che anche in Liguria esiste un vino liquoroso che si prepara con foglie di pesco. Ti lascio il link alla ricetta del liquore Perseghin di Renata Briano, food blogger ligure.
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Liquore alle foglie di pesco
per circa 1 l di liquore
Ingredienti
30g di foglie non trattate di pesco
100 ml di acquavite o grappa bianca
700 ml di vino bianco fermo
150 g zucchero
200ml acqua
Procedimento
Lava le foglie, asciugale e mettile in un barattolo di vetro, poi aggiungi gli altri ingredienti e chiudi il barattolo.
Riponi in luogo fresco e al riparo dalla luce per un mese.
Ogni settimana, apri il vaso e mescola la preparazione.
Trascorso il tempo di riposo, filtra e metti in bottiglia.
Servi questo liquore fresco.
Puoi usarne qualche cucchiaio per aromatizzare l’impasto di ciambelle, torte e biscotti.