La ricetta della torta di grano saraceno è uno dei sapori che amo dell’Alto Adige.
Sa di vento freddo, cieli limpidi e sapori semplici.
Taglio la torta, scelgo la mia fetta, mi siedo e affondo i denti. Sono giorni in cui i pensieri si susseguono veloci come nuvole spinte da un vento dispettoso.
Ho appeso al chiodo la mia fame di vita.
Come se un dono così prezioso potesse essere messo via e dimenticato.
Intanto il tempo passa. Anzi, vola.
Tu quanta importanza dai al tempo che passa?
Hai mai fatto “jump”?
Pensavo di iniziare l’anno con una nuova, elettrizzante avventura lavorativa ma ho sbagliato scelte.
Ho lasciato tutto per una strada che ben presto si è rivelata un buco nell’acqua.
Non si parla quasi mai degli errori. Ammettere d’avere sbagliato è un po’ come dire d’essere dei perdenti.
E, in effetti mi sento così che, per cambiare vita, per fare il mio jump, ho perso molto.
Sono avvilita e depressa; pensavo al 2019 come a un anno speciale e invece sento un grande peso sulle spalle e le lacrime in fondo agli occhi.
Come si fa a iniziare l’anno nuovo sentendosi già stanchi?
Devo riprogrammare vita e lavoro.
Anche come free lance di parole e sapori.
Di storie che parlano di persone.
Di piccoli fatti quotidiani che voglio vivere come grandi avventure.
In fondo la vita è un viaggio e tanta parte della sua bellezza non sta tanto nel vedere e fare cose mirabolanti quanto, credo, provare incanto e gioia di fronte a tutte le cose. Piccole e grandi.
Emilio Salgari, uno dei più grandi scrittori italiani di libri d’avventura, non ha mai visitato i luoghi che descrive nei suoi romanzi.
Il viaggio inizia nella mente. Molto dipende da come decidiamo di vivere e di vedere quello che abbiamo intorno.
La vita è troppo breve per essere vissuta in modo mediocre.
È troppo bella per vestirla di lamentele. Troppo preziosa per riempirla di scuse e rimandare la felicità.
È unica, non ne avremo altre.
Se avessi, se potessi. Voglio cambiare punto di vista ed eliminare i se.
Da settimane cucino la torta di grano saraceno
Amo la montagna e come mi fa sentire. E questa voglia di torta di grano saraceno esprime il mio desiderio di stare bene e di cose semplici.
Della torta, in men che non si dica, resteranno solo le briciole. Della vita anche.
La fame di vita è un dono grandissimo ma, all’improvviso, dopo una vita famelica, mi sento inappetente.
Nel frattempo, tu cosa fai: vivi o ti lasci vivere?
So che dovrei svegliarmi ogni giorno con il gusto e la voglia di addentare la vita come se fosse una torta ma in questi giorni risulta tutto difficile e mi alzo già stanca e triste.
Io ho messo la ricetta, tu mettici la fame (e la voglia di rifare la torta di grano saraceno).
Di questa torta, che negli anni ho preparato per le colazioni di Casa Nora, posso dire che si è guadagnata sul campo la medaglia di una delle torte preferite. Credo a pari merito con la ciambella romagnola alla Nutella.
La ricetta è precisa e se rispetti la proporzione degli ingredienti e i passaggi del procedimento, il risultato è garantito. È un dolce senza glutine.
Buona vita, Monica
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Consigli
Ottima a colazione e merenda.
Buona in tutte le stagioni: da gennaio a dicembre.
L’ho provata con confettura di lamponi, fragole e anche di mirtilli. Ma il suo massimo l’esprime con quella ai frutti di boschi (tutti riuniti nello stesso vasetto).
Si conserva per diversi giorni.
Ricetta della Torta di grano saraceno
8 fette
Stampo a cerniera, 24cm
Ingredienti
farina di grano saraceno, 150 g
mandorle tritate finemente, 80 g
zucchero di canna, 150 g
latte, 100 g
Lievito, 6 g
uova normali, 2
olio d’oliva, 50 g
rum, 1 cucchiaino
1 pizzico di zenzero in polvere
1 pizzico di sale
per farcire: circa 300 g di confettura di mirtilli neri
Procedimento
In una ciotola, monta le uova con lo zucchero usando la frusta elettrica.
Aggiungi alle uova l’olio a filo, senza smettere di montare con le fruste.
Aggiungi mandorle, farina, lievito, sale, zenzero, rum, latte e mescola ancora con le fruste elettriche.
Cuoci in forno già caldo a 180 gradi per circa 50 minuti.
Lascia raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo e tagliare a metà per farcire.
Spolvera con zucchero a velo.
6 Commenti
Carolina
Cara Monica, leggo questo post per la prima volta ora. Forse tre anni fa non avevo ancora avuto la fortuna di conoscerti.
E non sai quanta forza mi hai dato.
Il mio ultimo anno è stato difficile. A volte mi sembra che qualcosa stia cambiando, ma poi ripiombo nell’apatia.
Gli ultimi due mesi poi … lasciamo perdere.
E poi leggo qui.
Tanto davvero su cui riflettere.
E naturalmente la ricetta di una torta che farò ❤ grazie
Monica
Carolina, so che l’ultimo anno ti ha tolto molto e vorrei poterti indicare una via per ritrovare la luce e la serenità. Purtroppo è una strada che devi compiere tu. Ma io sono con te; sono alle tue spalle per incoraggiarti e faccio il tifo per te. E per cucinare insieme, ogni volta che vorrai. Ti lascio con una esortazione saggia (e buddista) che invita a guardare avanti, ricordandoci che il presente, per quanto possa essere triste o feroce, non durerà per sempre. Trattieni quello che c’è di buono e guarda oltre. Un abbraccio, Monica
laura
Cara Monica tu dici ” La vita non si può vivere in modo mediocre” ma nemmeno aspirare di essere sempre al vertice o cogliere tutto. A volte lamentarsi serve almeno a sfogarsi e a non tenere tutto dentro a ribollire. Ti confesso che avevo grandi progetti pianificati anch’io, ho dovuto abbandonare in toto.
Ho pianto, tanto, per la delusione e per la rabbia, come al solito mi sono soffiata il naso, ho asciugato gli occhi e ho cercato di ripartire come meglio ho potuto.
In questi anni, già troppi, mi sono lasciata e mi lascio vivere tuttora. Non vedo prospettive o cambiamenti per ora. Non pianifico più nulla per non subire altre delusioni, vivo alla giornata, giornate sempre più cupe e aspetto tempi migliori sperando che arrivino.
Non posso consolarti più di tanto e me ne rammarico, noi spippoline entusiaste di tutto e che vedavamo sempre positivo.
Comunque leggi tra le righe…sono molto più vecchia di te, ma continuo a credere che qualcosa di buono arriverà: ce lo meritiamo.
Ho diecimilasettecentoquarantadue dolci da provare…questo va in coda…prima o poi tocca a lui.
Monica
Certo, hai ragione. Ma insoddisfazione e mediocrità, per me, sono due cose diverse. Essere insoddisfatti e lamentarsi fa parte delle cose della vita. La mediocrità è una scelta d’accontentarsi che non accetto. Sai tutta la filosofia della gioia nelle piccole cose? Da un lato la condivido pienamente (non si può non essere mai felici di quello che si ha o non notare la felicità che viene dall’osservare un fiore, mangiare la pizza… insomma le piccole cose). D’altro canto, questa ossessione ha spinto verso un accontentarsi generale che produce mediocrità e zero prospettive. Il corto circuito che ha investito la mia vita alcuni anni fa è stato uno tsunami. Lavoro, amici, salute, tutto sottosopra. Tre anni ho impiegato ad uscire dal pantano di quella situazione e dalla depressione.
Tortellini è stata una mongolfiera che mi faceva volare sopra i problemi e il malessere. Nel frattempo mi sono chiesta che cosa fosse veramente successo per inciampare a quel modo. Nella vita ho affrontato e risolto tante situazioni, anche gravi. E niente, ho dovuto smontare la somma di problemi e nodi venuti al pettine, scompormi per ricompormi. Sto ancora lavorando e, nel trambusto, Tortellini è sempre una finestra da cui entra luce. Grazie d’avermi fatto compagnia e avere cucinato con me. Sei stata e sei preziosa, Monica
Ivana Feliciangeli
Bella e senz’altro buonissima ricetta!
La farò senz’altro! Grazie ????
Monica
Grazie Ivana, sono molto felice. Poi sappimi dire come è andata la prova assaggio, buona cucina. Monica